Daniel Libeskind è nato a Łódź il 12 maggio 1946. Figlio di due ebrei polacchi sopravvissuti all'Olocausto. È un architetto polacco naturalizzato statunitense. È tra gli esponenti del decostruttivismo.
Trascorre l'infanzia in Polonia, dove coltiva la passione per la musica, che prosegue in Israele, dove si trasferisce con la propria famiglia una volta finiti i primi studi in Polonia. Nel 1960 consegue una borsa di studio messa in palio dall'America Israel Cultural Foundation, che gli permette di trasferirsi a New York. Nella grande mela, Libeskind vive alla Housing Amalgamated Cooperative nel nord-ovest del Bronx, e frequenta la Bronx High School of Science. Si iscrive alla facoltà di architettura della Cooper Union for the Advancement of Science and Art.
Conseguita la laurea nel 1970, Libeskind decide di approfondire gli studi e si trasferisce a Londra per potersi specializzare in Storia e Teoria dell'architettura presso l'Università dell'Essex. Dopo quest'ultimo corso di studi inizia ad insegnare a Londra (all'Architectural Association), negli Stati Uniti ma anche in varie università europee e in Giappone.
Dal 1978 ricopre la carica di direttore del Dipartimento di Architettura alla Cranbrook Academy of Art and Design.
Nel 1985 conclude il suo lavoro e parte per Milano, dove nel 1986 fonda e dirige fino al 1989 un laboratorio didattico sperimentale no-profit, la Architecture Intermundium. Dopo solo 4 anni, Libeskind decide di lasciare l'Italia e accetta l'invito della “Paul Getty Foundation” a lavorare come Senior Scholar al Center for the Arts and the Humanities a Los Angeles.
Da qui ha inizio per Libeskind la carriera che lo condurrà alla fama. Progetta quella che diventerà l'icona irrealizzata del decostruttivismo, il City Edge di Berlino, vincendo il primo premio del concorso “IBA City Edge Competition”.
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